Il recupero dei canoni d’affitto è un iter lungo e tortuoso, che non ha termine con l’ordinanza di sfratto e l’esecuzione forzata dell’inquilino moroso. Dopo aver ottenuto nuovamente l’immobile tramite procedura legale, il proprietario deve infatti trovare un modo per riottenere i canoni d’affitto non pagati dagli ultimi inquilini. Che speranza c’è di poterli recuperare? A chi ci si può rivolgere? Cerchiamo di fare chiarezza in questo articolo.
Recuperare l’affitto arretrato con il pignoramento
Una volta ottenuta l’ordinanza di sfratto e il decreto ingiuntivo, il passo successivo consiste nel pignorare i beni del debitore che non intende saldare i canoni di affitto arretrati. Così facendo, l’ufficiale giudiziario sequestra i beni del debitore come l’arredo di casa, il quinto dello stipendio o della pensione, il conto corrente bancario o postale, eventuali (ma alquanto improbabili) immobili o quote di immobili.
Prima di intraprendere questa strada è molto importante verificare lo stato finanziario del debitore. Verifica che può essere assegnata a società private specializzate nelle indagini finanziarie oppure accedendo all’Anagrafe Tributaria tramite il proprio avvocato, per essere a conoscenza di tutti i beni, mobiliari e immobiliari, e redditi di cui è titolare l’ex inquilino. Se vuoi affidarti ad una società esterna competente e professionale, recupera l’affitto dall’inquilino moroso grazie ai servizi di sfrattopermorosita.it.
Se il debitore è titolare di beni pignorabili, allora bisogna decidere la strada da intraprendere fra tre principali alternative:
- pignoramento mobiliare, riguardante i beni mobili come gli arredi;
- pignoramento immobiliare, quello relativo a terreni o abitazioni (anche possedute per una semplice quota);
- pignoramento di crediti detenuti da terzi (il cosiddetto «pignoramento presso terzi»), come il conto corrente, lo stipendio, la pensione.
Ognuna di queste opzioni presenta vantaggi e svantaggi da un punto di vista legale. Vediamoli nel dettaglio.
Pignoramento per affitto moroso: vantaggi e svantaggi
Innanzitutto, come abbiamo visto, il pignoramento può essere attuato soltanto se il debitore è intestatario di beni, mobiliari e immobiliari, o risulta avere fonti di reddito. Quindi, se si ha a che fare con un soggetto nullatenente, sarà molto più difficile riavere indietro i canoni non pagati.
Per quanto riguarda il pignoramento dei beni mobiliari, è abbastanza difficile trovare degli arredi nell’abitazione lasciata dall’inquilino, poiché solitamente appartengono al locatore dell’immobile. Si tratta quindi di una pratica piuttosto aleatoria.
Volendo attuare il pignoramento immobiliare, qui siamo di fronte a un’ipotesi alquanto improbabile: difficilmente va in affitto chi è già proprietario di un immobile. In alternativa si potrebbe pignorare l’auto di proprietà ma anche qui non è facile trovare chi sia disposto a comprare un mezzo, molte volte malconcio.
Il pignoramento del conto corrente potrebbe non essere sufficiente a coprire i debiti dell’inquilino che, tra l’altro, è limitato per legge ad un quinto del totale se sullo stesso conto corrente viene accreditato lo stipendio o la pensione.
Recuperare gli affitti non pagati con il saldo a stralcio
Dal momento che il pignoramento non ha sempre effetto, e comunque è una procedura lunga e costosa, si può avviare una trattativa e concordare un saldo e stralcio o un pagamento rateale.
Il saldo e stralcio è un accordo stragiudiziale che consente la chiusura di una posizione debitoria nei confronti dei creditori (banche, Fisco, fornitori), attraverso il pagamento di un importo inferiore di quello dovuto in origine. Si dovrà dunque tenere conto delle effettive possibilità economiche del debitore.
In questo modo il locatore può soddisfare, almeno parzialmente, le proprie pretese, senza procedere per le vie legali, con tempi minori e maggiori possibilità di ottenere soddisfazione rispetto al pignoramento. Il creditore che accetta il saldo e stralcio in genere richiede il pagamento in un’unica soluzione, ma non mancano occasioni in cui venga accettata una rateizzazione per il saldo complessivo.